La politica italiana si dimostra ancora una volta tragicamente incapace di fare dell’Europa il grimaldello del cambiamento. Ci avviciniamo alle elezioni europee e lo spettacolo appare desolante. Da un lato c’è chi rivendica un’Europa fatta di muri, di espulsioni e di chiusura nazionalista. È una visione cupa e impotente. Dall’altro si delinea un vago fronte europeista composto da quelle stesse figure di establishment che per dieci lunghi anni di crisi hanno contribuito al mix fatale di politiche di austerità che hanno distrutto l’Europa. Nazionalisti ed establishment: due facce della stessa medaglia.
Contro entrambi, abbiamo sempre ribadito la necessità di aprire un terzo spazio. Ma ci appare oggi che le forze che dovrebbero animare questo spazio procedano in ordine sparso, divise, ciascuna con un programma incoerente con dentro tutto e il suo contrario.
DiEM25 è nato per incarnare un nuovo modo di fare politica. DiEM25 è nato per costruire, per la prima volta nella storia, un contropotere europeo capace di cambiare la vita delle persone a partire da domani. DiEM25 non è nato per negoziare l’ennesimo cartello elettorale fatto di proposte vuote, slogan vaghi e perseguitato dalla paura di non superare lo sbarramento. Non ha senso partecipare a tavoli negoziali senza potere coniugare unità e coerenza.
Negli ultimi mesi abbiamo preso parte, con massima apertura, a diversi tentativi di costruire una coalizione più ampia. Abbiamo accettato di non utilizzare il nostro nome, di non imporre alcuna leadership e di sviluppare nuovi simboli elettorali. Ma non possiamo rinunciare alla coerenza programmatica e alla dimensione transnazionale della proposta politica. Non possiamo rinunciare a rendere le prossime elezioni europee il primo passo di una nuova storia e non l’ultimo atto di una recita vecchia.
Tantissime donne e uomini del nostro Paese si sentono orfani di rappresentanza e non trovano nell’offerta politica attuale la speranza e il coraggio che i nostri tempi ci richiedono. Speriamo che sia ancora possibile costruire quel contropotere coerente e credibile cui aspiriamo e renderlo realtà per le elezioni europee in Italia. Lavoriamo in questa direzione. Non abbiamo però necessità di essere presenti a qualunque costo alla prossima tornata elettorale.
Lo abbiamo ripetuto spesso: per recuperare ambizione e restituire senso alla politica abbiamo bisogno di un unico programma di rottura proposto all’unisono in tutto il continente. La buona notizia è che quel programma ora è pronto e si chiama Green New Deal.
Insieme a movimenti politici da tutta Europa abbiamo completato la stesura del Green New Deal per l’Europa: un programma ambizioso capace di salvare l’Europa da sé stessa, trasformandola. Abbiamo scoperto che è possibile, fin da subito, utilizzare la Banca Europea degli Investimenti per inondare di liquidità le nostre comunità. Si tratta di 500 miliardi di euro l’anno per un programma di trasformazione ecologica e industriale per rimettere al lavoro un continente: dal trasporto pubblico locale all’efficientamento energetico, dall’aggiornamento produttivo alla cura del territorio.
Abbiamo scoperto che è possibile attuare un piano anti-povertà che ridistribuisca i proventi della Banca Centrale Europea ai più bisognosi, che si trovino nell’Est della Germania o nel Sud d’Italia: parliamo di miliardi di euro ogni anno. Abbiamo elaborato uno Statuto Europeo dei Lavoratori per trasformare la gara al ribasso delle delocalizzazioni in una gara al rialzo che garantisca standard comuni e un salario minimo a tutti gli europei. Abbiamo spiegato come chiudere, subito, i paradisi fiscali che sottraggono fino a 1.000 miliardi ogni anno e producono le grandi ineguaglianze del nostro tempo.
Questo programma, che contiene molte altre proposte concrete, è stato adottato il 25 gennaio a Berlino e verrà portato alle elezioni europee da forze politiche di oltre 10 Paesi.
Constatiamo che la politica italiana, tragicamente, rimane divisa da veti incrociati e traumi del passato. Ma cosa rende impossibile che forze nuove e fresche, ad esempio l’esperienza anomala di Luigi de Magistris a Napoli, il movimento dei sindaci Italia in Comune, i Verdi o ancora le diverse anime della sinistra si ritrovino attorno ad un’unica proposta transnazionale di cambiamento? Cosa rende impossibile uscire dalle stanze buie e mettere in campo una proposta chiara, forte e transnazionale? Cosa rende impossibile superare diffidenze, balbuzie e compromessi al ribasso?
Non lo sappiamo e non lo capiamo. Non siamo però più disposti a prestare il fianco all’incoerenza e alla divisione. L’Europa può divenire un agente di trasformazione mondiale di proporzioni inaudite. La condizione è però quella di restituire serietà, coerenza e ambizione alla politica. La casa brucia. E i nostri tempi non ci chiedono nulla di meno.
Coordinamento Collettivo Europeo e Ala Elettorale di DiEM25
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