Primo maggio, festa del lavoro e di chi il lavoro non ce l’ha. Festa dei diritti e di chi invece ne ha sempre avuti troppo pochi. Festa di chi si trova in condizione di povertà, nonostante lavori. Festa di chi lotta contro lo sfruttamento e il ricatto occupazionale; contro i privilegi e le rendite.
Primo Maggio, festa che commemora un passato di rivolte e conquiste, ma che deve riflettere sulla condizione di oggi, difficile e intollerabile per troppe e troppi, e che deve guardare all’avvenire con un senso di riconquista della dignità individuale e collettiva.
Buon Primo Maggio alle lavoratrici e ai lavoratori: autonomi, dipendenti, precari, freelance; a quelli che lavorano sulle piattaforme digitali o tramite esse; a quelli che tornano la mattina presto dopo il turno di notte; a quelli del primo turno di lavoro in fabbrica; a quelli “esternalizzati”; ai c.d. lavoratori cognitivi; a quelli delle catene della logistica e della distribuzione; a chi lavora gratis; a quelli costretti all’ingaggio dei caporali.
A tutte e tutti.
Un pensiero particolare di solidarietà e vicinanza va alla Città di Taranto.
Alle associazioni, ai comitati, ai movimenti che si battono per una alternativa economica, occupazionale e sociale avendo alle spalle lo spauracchio della disoccupazione che, immoralmente alimentato da anni, riesce a offuscare persino le coscienze.
A quelle colonne doriche che l’aiutano a “reggere il cielo”.
Buon Primo Maggio a chi lotta per un futuro diverso, ma di libertà e di progresso.
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