NON E’ COSI’ CHE SI SALVA L’EUROPA
Un antico proverbio latino recita:
summum jus, summa iniuria.
Già gli antichi Romani sapevano che l’applicazione cieca del diritto può portare a risultati irragionevoli, e sommamente ingiusti.
La Corte costituzionale tedesca ce ne offre un perfetto esempio, con la sua recente decisione sulle politiche economiche della Banca Centrale Europea, quando con un ragionamento non poco contorto si erge a giudice della stessa BCE, della magistratura dell’Unione Europea e dello stesso governo tedesco.
Sulla questione in realtà si era già pronunciata la Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel 2015, sancendo in quel caso la legittimità del programma di acquisto di titoli di Stato sui mercati secondari e chiarendo bene i limiti e l’estensione dei poteri della Banca Centrale Europea che per l’art. 2 del suo Statuto (e l’art. 127 del Trattato sul funzionamento dell’UE) non si limitano al mantenimento della stabilità dei prezzi ma comprendono anche il sostegno alle politiche economiche generali dell’Unione Europea al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’UE.
In realtà sotto al vestito di una decisione apparentemente giuridica c’è molta politica, il vecchio desiderio di fare della BCE una specie di fotocopia della Bundesbank e quella che Yanis Varoufakis ha ben stigmatizzato come la:
“ridicola distinzione della corte tedesca tra politica monetaria e politica fiscale“.
In questo modo la Corte suprema tedesca ha dato un’altra spinta verso la disintegrazione dell’Unione Europea.
Noi gli rispondiamo che i principi fondanti dell’unità Europea si salvano uscendo dalla gabbia dell’austerità, non aggiungendoci ulteriori bulloni!
Avv. Raniero Bordon
Membro Collettivo Nazionale DiEM25 Italia
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