Un racconto di Eleonora Vasques di DiEM25 dal Porto di Catania
23 agosto 2018.
Il porto di Catania segue le sue normali attività come ogni giorno, con una sola differenza. Un punto fisso viene controllato con lo sguardo da ogni passante, il varco 4 del molo di levante. Lì, a cinquanta metri dal presidio organizzato stamattina dalla rete antirazzista di Catania, è ferma la nave Diciotti. Camionette della Polizia e dei Carabinieri ovunque e area completamente militarizzata. Ma la situazione di stamattina, per quanto tesa sulla base del solito “non si sa mai che cosa potrebbe succedere” era fondamentalmente tranquilla. Una calma nel volto degli agenti dettata dal fatto che si sa perfettamente che la situazione è in totale stallo e lo sarà per parecchio tempo ancora.
Una calma dettata anche dal fatto che il marasma dei social non corrisponde a uno stesso marasma di persone al porto di Catania. Questa non è certo una critica a chi c’era la sera precedente e il giorno dopo e tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione del presidio. La critica va a chi invece pubblica tanto sui Social Network e poi non si è presentato e magari non era nemmeno troppo lontano – quante migliaia di persone saranno? Perché non è facendo a gara a chi ha l’opinione più bella che si cambierà il mondo – qualsiasi sia il modo in cui lo si voglia cambiare. Perché se li fossimo stati in 10 mila, se fossimo stati lì in 20 mila, allora avremmo sconfitto Salvini. Ci sarebbe da fare autocritica? Sicuramente sì, ma non è questo il luogo adatto per aprire questo tipo di riflessione. Andiamo avanti nel merito.
Come DiEM25 Italia chiediamo immediatamente che:
– il porto di Catania venga de-militarizzato;
– vengano fatte scendere queste 150 donne e uomini;
– che il ministro dell’interno Matteo Salvini si dimetta.
Far sbarcare 150 persone anziché tenerle detenute dentro una nave non è buonismo, è buon senso. Il buon senso dovrebbe insegnare al nostro ministro dell’interno che una manciata di voti non si vincono lucrando sulla vita di altre persone. Il consenso si ottiene con delle scelte politiche da portare avanti nelle sedi opportune. Polarizzare l’ignoranza in modo criminale e razzista contro delle minoranze uccide un paese e le istituzioni stesse – e ovviamente anche la democrazia.
Soprattutto perché tutta questa propaganda è figlia di una miriade di bu – gi – e. Non c’è nessuna invasione e non è vero che ciò che viene dato al migrante viene tolto a noi. Ci sono altri problemi molto più profondi di cui le istituzioni – da destra a sinistra – continuano a non prendersi la responsabilità. Anche di questo ne discuteremo in altra sede.
Con tutte queste bugie, il ministro dell’interno sta calpestando le istituzioni e il concetto stesso di vita umana. Salvini abusa dei suoi poteri e “mette la faccia” in dirette Facebook con messaggi criminali che negano la ragion d’etre di tutte le conquiste democratiche che abbiamo ottenuto in anni e anni di lotte. Perché i diritti, la solidarietà vanno di moda solo quando ci riguardano, quando invece si parla di altri, l’indifferenza e l’odio regnano sovrani. Perché la propaganda dell’uomo forte piace fino a quando noi stessi non diventiamo la minoranza attaccata in quel momento.
Perché in tutto questo, mentre si lucra sulla pelle dei migranti con sistemi di propaganda da cialtroni, nessuna posizione politica o scelta viene presa o portata avanti. La situazione rimane tale con l’apparenza del governo del cambiamento.
All’ultimo Consiglio Europeo di fine giugno, il primo ministro Giuseppe Conte ha dichiarato di essere abbastanza soddisfatto dall’accordo raggiunto dai governi – un accordo a dir poco vergognoso. Però poi si dice che è colpa dell’Europa. Si bypassano le istituzioni nazionali ed europee perché è più facile trattenere come dei prigionieri 150 persone su una nave con metodi dittatoriali e vergognosi anziché fare delle battaglie politiche vere nelle istituzioni.
E’ più facile dire “prima gli italiani” per aizzare le persone contro i più deboli.E poi sembra tanto normale che delle persone che scappano dalle guerre o dalla miseria vengano appellati come dei criminali solo perché hanno osato volersene andare dai propri paesi. Ma gli europei che si spostano per studiare o per lavorare invece non lo sono. Loro lo possono fare per diritto di nascita. O forse per diritto divino?
Governanti, imparate a stare in silenzio e a svolgere le vostre mansioni con spirito di servizio e di umiltà nei confronti di ogni essere umano che vive e attraversa il nostro paese. Fate scendere dalla Diciotti tutte quelle donne e uomini trattenute a bordo e smettiamola con la propaganda.
Grazie.
Eleonora Vasques
Volete essere informati delle azioni di DiEM25? Registratevi qui!