Democratizzare l’Europa e costruire il futuro dei diritti in Italia

Riprendere il controllo dell’Unione europea dai suoi governanti e proteggere i diritti fondamentali di tutti i cittadini.



#mera25 #diritti


Le nostre proposte



È necessaria una legge che inasprisca le pene per i crimini d’odio, un sistema di
monitoraggio nella pubblica amministrazione per eliminare comportamenti vessatori (a
partire dalle procedure per la richiesta di asilo e del permesso di soggiorno), politiche attive
per ridurre il divario di genere (per esempio nella durata del congedo parentale), il
superamento delle unioni civili per ottenere, finalmente, un matrimonio uguale per tutte.
Dobbiamo recepire la convenzione di Instabul sulla violenza contro le donne e potenziare
la rete di supporto dei centri-antiviolenza. È ora di dire basta a questa barbarie, in Italia
come nel resto del mondo.


La rete territoriali dei consultori va potenziata e, in sinergia con le scuole, deve tornare a
essere protagonista della formazione sulla sessualità e l’affettività, e può diventare uno
strumento importante per garantire visite ginecologiche e andrologiche gratuite a tutte,
nonché l’accesso alla contraccezione.
Le leggi sull’aborto e sulla fecondazione in vitro e eterologa vanno riscritte per garantire a
tutte l’accesso a servizi che dobbiamo considerare essenziali e, dunque, gratuiti.
L’obiezione di coscienza è ormai un mezzo per negare l’accesso all’aborto sicuro – che,
invece, deve essere una scelta libera della donna -, e come tale non deve trovare spazio in
un sistema pubblico e universale.


Vogliamo creare una società farmaceutica europea e pubblica che permetta di mantenere
in mani pubbliche i risultati della ricerca di base in ambito medico, sottraendoli a logiche di
profitto.
MERA25 propone di abolire i brevetti sui farmaci e macchinari biomedicali salvavita e che
la nuova azienda farmaceutica europea si faccia carico della produzione di farmaci e vaccini
da distribuire a prezzo di costo nei paesi in via di sviluppo.


La formazione deve essere gratuita e sostenuta, dal nido all’università, attraverso
l’abolizione di ogni contributo di istruzione, un finanziamento consistente delle istituzioni
pubbliche (scuole, università e accademie) e l’istituzione di un “reddito di istruzione”
(monetario e in servizi) che accompagni ciascuna dal nido fino, potenzialmente, al
dottorato.


Le lavoratrici dell’istruzione, dal nido all’università, sono insufficienti, sottopagate e spesso
vittime di precariato e incertezza.
È necessario aumentare l’organico per permettere lo sviluppo di progetti di
sperimentazione didattica che arricchiscano e migliorino l’offerta formativa, prevedere un
sistema di reclutamento continuo in grado di offrire anche una solida (e retribuita)
formazione iniziale, aumentare gli stipendi e le possibilità di carriera tramite il
riconoscimento e la valorizzazione delle mansioni svolte.


È necessario ricreare un sistema diffuso, adeguatamente finanziato e partecipato di
istituzioni artistiche (teatri, conservatori, cinema, festival, biblioteche, …) che aumenti i
posti di lavoro, democratizzi l’accesso ai finanziamenti e riporti anche nei territori periferici
occasioni di cultura.


L’impatto delle mafie in tutta l’Italia è un enorme ostacolo a una società giusta e equa. È
necessario affrontare il problema non solo con la repressione e l’azione giudiziaria, ma
soprattutto ricucendo il tessuto sociale, facendo sì che lo stato garantisca reddito e servi
per offrire una alternativa al “welfare” mafioso.
I beni confiscati possono giocare un ruolo di primo piano in questo processo, se utilizzati
per finalità sociale, affidando alla vendita un ruolo il più possibile residuale. Cooperative,
volontariato e enti locali devono essere protagonisti di questo processo, che deve anche
sostanziarsi in percorsi partecipati di progettazione riguardanti la destinazione finale dei
beni, anche tramite l’ausilio di piattaforme di partecipazione digitali.

Affrontare l’uso di droghe come un problema di ordine pubblico con un approccio
proibizionista è servito solo a ingolfare le carceri e fornire un flusso di liquidità costante alle
mafie.
La cannabis e le altre droghe con limitati effetti sulla salute (o comparabili a alcool e
tabacco) devono essere legalizzate, favorendo l’autoproduzione e lo sviluppo di una filiera
controllata ma diffusa.
L’abuso di sostanze deve tornare a essere trattato come un problema sanitario,
depenalizzando l’uso (ma non la vendita) e garantendo presidi socio-sanitari dove
l’assunzione possa avvenire in maniera controllata e sicura.

È necessario rimuovere tutte le norme che limitano il diritto di sciopero o che
criminalizzano manifestazioni e proteste, a partire dai decreti Salvini.
Inoltre bisogna riportare l’operato delle forze dell’ordine all’interno della legalità,
modificando la legge sul reato di tortura, introducendo i codici identificativi e istituendo
una autorità garante con poteri disciplinari.

comuni e le municipalità sono gli enti che più di tutti possono intercettare i bisogni
specifici di un territorio e di chi lo abita.
Occorre garantire a ciascuno di essi i fondi per poter fornire i servizi fondamentali e gli
spazi di partecipazione ai membri della propria comunità, sia nelle istituzioni che attraverso
Assemblee della Cittadinanza spontanee o composte tramite sorteggio.

L’istituzione dei CCCSE è la proposta di MERA25 per un trattamento realmente
rappresentativo e direttamente democratico delle grandi questioni che richiedono una
pianificazione a lungo termine e un ampio consenso.
Settori come l’Istruzione, la Cultura, la Giustizia, avranno così il trattamento che meritano:
niente “riforme” opportunistiche e di breve durata di ministri e governi che cambiano ogni
due o tre anni.

Il modo in cui le cittadine scelgono i propri rappresentanti è un atto di democrazia e
sovranità. MERA25 si batterà per cambiare questa legge elettorale che impedisce a una
cittadina di scegliere il proprio parlamentare che, invece, è deciso nel salotto privato dei
partiti.