Combattere povertà e sfruttamento

Garantire un lavoro decente e un tenore di vita dignitoso a tutti i cittadini.



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Le nostre proposte


Serve cambiare tutto e per questo con la campagna “Lavoro se” lanciata da DiEM25 abbiamo proposto: l’introduzione di un reddito universale di base e incondizionato, perché in quanto cittadine abbiamo diritto a una vita libera e dignitosa anche quando siamo fuori dal mercato del lavoro perché disoccupate, troppo anziane o inabili al lavoro, o quando
l’unica alternativa è lo sfruttamento; la riduzione dell’orario di lavoro, subito a 36 ore per tutte (come nel pubblico), per poi passare ad un regime di 30 ore settimanali e il diritto alla disconnessione; l’innalzamento immediato dei salari, attraverso un sistema di defiscalizzazione degli aumenti decisi dalla contrattazione collettiva.


Il lavoro va anche aumentato, sia con l’assunzione di lavoratrici in tutti i comparti pubblici (anzitutto quelli legati al welfare), sia attraverso un piano che DiEM25 propone da anni e che chiamiamo “Job Guarantee”, ossia dei programmi di lavoro garantito che mirano a offrire lavoro a chiunque ne faccia richiesta, nel luogo in cui abita, per cui verranno coordinati a livello locale – attraverso assemblee cittadine, prevedendo il più ampio coinvolgimento delle comunità locali – contribuendo così anche a incentivare il ripopolamento dei piccoli e medi centri.



Dobbiamo invertire la tendenza degli ultimi anni di aumentare l’età pensionabile solo per ridurre la spesa pubblica.
Le persone anziane hanno il diritto di smettere di lavorare e non mettere la loro vita in pericolo. L’età minima per la pensione deve essere ridotta a 60 anni, e ulteriormente per chi svolge lavorazioni usuranti, la pensione minima deve essere almeno equivalente alla soglia di povertà ed è necessario riunire tutti i differenti regimi pensionistici per creare una legislazione omogenea e un unico conto previdenziale personale presso l’INPS.



Lo stato italiano possiede ancora quote rilevanti in molte delle aziende più grandi del paese, direttamente o attraverso Cassa Depositi e Prestiti, ma questo non basta. 
MERA25 si batterà affinché l’azionista pubblico rientri in pieno controllo delle aziende strategiche (ENI, ENEL, TIM) e delle grandi aziende industriali, eventualmente formando conglomerati europei condividendo la governance con gli azionisti pubblici di altri paesi, che dovranno garantire standard lavorativi migliori, sostenibilità, innovazione.


MERA25 si batterà perché sia assicurata l’altro principio costituzionale della partecipazione delle lavoratrici alla gestione d’impresa e che si avvii un processo su larga scala di decentramento della proprietà delle grandi imprese attraverso forme di partecipazione azionaria delle dipendenti sulla base del principio “una dipendente-un’azione-un voto”.



Proponiamo di ridurre il numero di adempimenti fiscali (a partire da IRAP e bolli) per concentrare il sistema su poche tasse fondamentali, come IRPEF, IRES, IMU e IVA.


È necessario superare la dualità tra redditi da lavoro dipendente, tassati in maniera leggermente progressiva, e i redditi da rendita e lavoro autonomi, tassati in maniera flat (cedolare secca sugli affitti, aliquota unica sui dividendi e cedole, regime forfettario).
La base imponibile dell’IRPEF deve tornare a comprendere tutti i redditi, da lavoro e rendita, e essere sottoposta a una tassazione davvero progressiva riportando le ultime aliquote marginali sopra il 70% come quando fu introdotta, aumentando contestualmente il reddito esente.



In un sistema sempre più dominato da grandi colossi tecnologico-industriali-finanziari è necessaria un’azione coordinata a livello europeo che elimini le possibilità di elusione fiscale nei paradisi fiscali, compresi quelli dentro l’UE.
Insieme a questo è importante istituire, sempre a livello europeo, una tassa sulle transazioni finanziarie e una più stretta regolamentazione dei prodotti finanziari, per contrastare la finanziarizzazione dell’economia.


La riforma del catasto deve prevedere meccanismi di aggiornamento automatico che riflettano gli attuali valori di mercato degli immobili per trasformare la tassazione sugli immobili in una tassa giusta che aggredisca la rendita e i grandi patrimoni.



Un tetto sopra la testa, un posto dove tenere le proprie cose, un luogo dove costruire relazioni e affetti in maniera stabile non è un privilegio, è un bisogno fondamentale di ogni persona. Per questo MeRa25 si batterà per garantire a ciascuna una casa dove vivere.


La possibilità di spostarsi, accedere a servizi e scoprire il mondo non può essere riservata solo ai ricchi.
MERA25 si batterà per una rete nazionale di trasporto pubblico gratuita e progettata sui bisogni delle cittadine, preferendo una gestione pubblica, partecipata e locale dei servizi.



La pandemia ha mostrato a tutte la necessità di un sistema diffuso sul territorio, che sia in grado, anzitutto, di fare prevenzione.
Vanno riformate le ASL e gli ospedali territoriali che devono tornare a seguire delle logiche di servizio alla cittadinanza e non quelle contabili, attraverso un rifinanziamento del sistema, un sostanziale aumento del personale e la riapertura di ospedali e case della salute.
I livelli di assistenza devono essere omogenei sul territorio nazionale, tornando a un unico sistema sanitario nazionale, che si faccia forza di unità locali come le USL.


Il sistema sanitario nazionale deve superare lo stigma verso la salute mentale garantendo un supporto a partire dalle scuole e comunque diffuso come avviene già coi medici di medicina generale, attività di monitoraggio e prevenzione, e cure specialistiche quando necessarie.



Se è uno scandalo che in Italia si muoia ancora di lavoro, è ancor più scandaloso che si muoia di formazione: l’alternanza scuola lavoro va abolita, e sostituita, così come i tirocini universitari, da un sistema di stage opzionali che siano brevi, pagati, e solo in specifici settori e per specifiche mansioni in cui le studentesse possano effettivamente formarsi, anziché essere considerate manodopera gratuita e lavorare in condizioni di insicurezza e sfruttamento.

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